d sf/m
CO diz.uso
◊ 1 (quarta lettera dell’alfabeto italiano) d / D f, sa di:
quarta lettera dell’alfabeto sardo; può esprimere due suoni consonantici alveolo-dentali, che sono però tra loro allofoni: 1. la consonante occlusiva alveolare sonora (in caratteri IPA [d]) all’inizio di parola e in corpo di parola in nessi con altre consonanti, in derivazione di D latina o in parole di altre lingue (D-, DR-, -ND-, -LD-, -RD-, -SD-, -XD-: domu, dramàticu, candu, Aldu, pilarda, sdepidai, sderrigai), e in posizione intervocalica in poche parole derivate da lingue moderne o in composti latini di AD + D- (nel qual caso è spesso un allofono del seguente: adengai); 2. la consonante fricativa dentale sonora (in caratteri IPA [ð]) in posizione intervocalica in derivazione di -T- o -TR- latina (meda, pedra) o dei composti di AD + D- (nel qual caso è spesso un allofono del precedente: aderetzai), e all’inizio di parola in fonetica sintattica in derivazione da D latina (D- dopo parola che termina per consonante, come l’articolo plurale, in seguito alla caduta della stessa: i(s) domus).
Quando ha suono dentale, non avendosi mai opposizione tra pronuncia occlusiva o fricativa, in sardo non va mai raddoppiata.
Esiste altresì la forma raddoppiata dd che però esprime un altro suono consonantico assente in italiano e tipico del sardo: l’occlusiva retroflessa (o cacuminale) sonora (in caratteri IPA [ɖ]): è presente all’inizio di parola in una serie di pronomi personali di terza persona o particelle pronominali (ddu, dda, ddis, ddoi) e in poche altre parole (ddàddara, ddeddu), e in posizione intervocalica in derivazione della doppia -LL- latina (pudda, boddiri).